Come riconoscere l’ecopelliccia: Il mondo della moda sta muovendo sempre più i passi verso un aspetto green, ecologico e a ridotto impatto ambientale.
Un esempio è l’uso dell’ecopelliccia, una scelta etica e più consapevole che non fa rinunciare all’aspetto morbido e caldo del tessuto ma che propone una versione cruelty free rispetto alla tradizionale pelliccia di origine animale.
La storia dell’ecopelliccia
Nata come alternativa alla pelliccia tradizionale è tutto fuorché recente; prodotta con fibre naturali o sintetiche viene lanciata sul mercato per la prima volta nel 1929 ma il suo successo non è immediato.
Infatti, per riuscire a raggiungere standard qualitativi ed estetici simili a quelli attuali c’è da attendere gli anni ’50 e poi ancora di più gli anni ’60 quando diventa estremamente popolare grazie ai movimenti animalisti che la promuovono come alternativa etica che non produce violenza sugli animali.
Negli anni ’60 sono soprattutto VIP e star a sostenere l’ecopelliccia in un percorso di successo; indossandola durante eventi mondani o occasioni importanti. Storica, ad esempio, l’ecopelliccia bianca di Ann-Margret indossata nel ’64 durante le riprese del film “La Gatta con la Frusta”.
Ecopelliccia, perché piace la Faux Fur
Chiamata anche Faux Fur, viene apprezzata per la possibilità di dare un aspetto più pop ad un capo considerato da sempre austero. Se una volta erano soprattutto le signore dell’upper class a sfoggiare pellicce, con il mondo eco dai colori pop ecco che il materiale viene sdoganato e apprezzato anche dai più giovani.
Si presenta come un tessuto peloso che imita nel design la pelliccia animale e viene accompagnata da certificazioni cruelty free che ne dimostrano l’aspetto eco.
Quali sono le caratteristiche dell’ecopelliccia
Prodotte con materiali ecosostenibili come cotone o lane biologiche ma anche tessuti sintetici e non cruelty free, vengono apprezzate per la possibilità di essere declinate in tanti colori moda. Non solo sfumature di marrone, nero e bianco come eravamo soliti vedere ma anche colori fluo, pastello e molto altro ancora.
Morbidissima al tatto, non ha nulla da invidiare al materiale di origine animale a cui si ispira. Resistente ad umidità e durevole nel tempo, non risulta eccessivamente pesante addosso ma riesce a mantenere un buon controllo della temperatura.
Tra i motivi per cui dovresti preferirla c’è non solo la possibilità di scegliere un capospalla ma anche di utilizzarla per piccoli dettagli decorativi di accessori, cappucci, zaini, borse e molto altro ancora.
Come riconoscere l’ecopelliccia?
Ci sono diversi elementi che possono aiutarti a decifrare la tipologia di materiale.
Togliti dalla testa di poter fare questo paragone guardando il prezzo, gli elementi distintivi sono senza dubbio le punte e la base ma il vero tratto distintivo per riconoscerla è quella che viene chiamata “la prova del fuoco”: non è un modo di dire ma una prova davvero fattibile, se strappando un pelo e accendendo il fiammifero questo brucia senza lasciare tracce è di origine animale, qualora invece si sciogliesse lasciando una fattezza appiccicosa si tratterebbe di una ecopelliccia.
L’eco-fur viene però sempre accompagnata da una certificazione, se vuoi essere sicuro di acquistare questa tipologia di materiale appoggiati solo a rivenditori in grado di dimostrare la provenienza dei materiali utilizzati.